Storia della danza accademica – Te la riassumo
Qualche tempo fa pubblicai dei video che riguardavano le origini delle arti particolare dell'arte della musica della danza e del canto. In quella occasione analizzai le origini di queste arti nelle civiltà preistoriche, fino ad arrivare alle prime civiltà organizzate.
Oggi invece voglio raccontarti, per punti principali, la storia della danza classica, della danza cosiddetta accademica. Intanto torniamo un po' indietro con la memoria. Abbiamo lasciato in quei video La danza presso le civiltà mesopotamiche e dell'antico Egitto e abbiamo visto che, già nell'antico Egitto, si poteva parlare di artisti danzatori o cantori o musicisti di corte e di come fossero tenuti in gran conto da parte del faraone.
IL MEDIOEVO
Con un grande salto temporale, spostiamoci Medioevo, poiché è proprio in questi secoli che succede qualche cosa di estremamente importante e che segnerà l'inizio di tutte le danze che conosciamo oggi.
Nel Medioevo le danze cominciano ad essere suddivise in danze alte e danze basse, a seconda del ceto sociale a cui si apparteneva. Attenzione però, perché in realtà quasi in modo automatico potremmo assimilare le danze alte ai ceti sociali più abbienti in realtà è esattamente l'inverso: ossia le danze alte erano tipiche infatti dei ceti più popolari e più poveri mentre le danze basse erano le tipiche danze di corte le danze dei nobili e le danze delle persone più in vista nella società di quei tempi.
Questo accadeva per delle ragioni molto importanti: le danze alte infatti prevedevano tutta una serie di ritmi e di passi molto incalzanti, in cui erano previsti i salti, nelle danze basse invece tutto questo assolutamente non accadeva perché gli abbigliamenti dell'epoca dei ceti nobiliari erano decisamente ingombranti e pesanti, inoltre i salti e i ritmi frenetici erano assolutamente contrari al codice cavalleresco e al portamento e alle movenze di una dama o di un cavaliere.
Altra cosa da non sottovalutare erano le motivazioni per cui si ballava presso le corti medievali e successivamente in quelle rinascimentali: si celebravano infatti con danze soprattutto i fatti di corte, quindi ad esempio una vittoria in battaglia o la grandezza di un sovrano e sempre meno in realtà si ballava per una ritualità religiosa. Mentre i ceti più popolari vedevano nella danza un momento di evasione, un momento di divertimento e di pieno sfogo delle loro emozioni.
IL RINASCIMENTO
Tuttavia è solo nel Rinascimento che iniziarono ad essere stabilite delle vere e proprie regole per passi e coreografie. Presso le principali corti nacquero proprio in questo periodo le prime scuole di ballo, nello specifico, per ricordare solo le date più importanti, dobbiamo porre attenzione alla data del 1545 quando presso la corte milanese, ad opera di Pompeo Diobono, nacque la prima scuola di danza. Proprio da quella scuola di ballo uscì il ballerino più importante di quell'epoca, Cesare Negri, che va ricordato come uno dei primissimi coreografi di corte e come colui che cominciò il lavoro di organizzare i balletti della corte. A tali danze però partecipavano tutti i cortigiani, quindi la cosa da evidenziare è che ancora non esisteva il balletto come spettacolo, con un pubblico che assisteva e artisti sulla scena. Cesare Negri a sua volta fondò un'altra scuola di danza, sempre a Milano.
Nel 1582 invece andò in scena il primo balletto coreografato dal violinista e ballerino a sua volta Baldassarre Baltazarini da Bel Gioioso, balletto rimasto famosissimo nella storia della danza con il nome di Le Ballet Comic della Reine e fu questo ad essere considerato come la prima vera coreografia della storia della danza.
La svolta vera però ce l'abbiamo nel '600 con la nascita vera e propria della danza classica. Questa svolta la possiamo fissare nel 1661 presso la corte di Luigi XIV. Il Re Sole era molto molto sensibile alla danza e proprio presso la sua Corte avvenne un fatto straordinario, poiché il re fece costruire un vero e proprio teatro, in cui sul palcoscenico vi erano i ballerini o gli attori e il pubblico era presente solo per assistere allo spettacolo: finalmente nasceva il balletto come spettacolo nel senso più moderno del termine. Nel 1661 quindi nacque l'Académie Royale de danse, presso cui operava il coreografo e ballerino Pierre Beauchamps, che per la prima volta codificò le cinque posizioni e le norme dell'esecuzione di tutti i principali passi di danza, ecco perché la lingua ufficiale della danza classica è il francese.
ILLUMINISMO E CLASSICISMO
Dobbiamo attendere però il 1700 quando Feuillet, allievo di Beauchamp e membro dell'Académie Royale de Danse, curò la pubblicazione di un trattato sul primo sistema di notazione della danza teatrale ideato dal Beauchamp.
È sempre a cavallo fra 600 e 700 che compaiono anche le prime ballerine professioniste donne, perché dobbiamo immaginare che fino a questo momento i ballerini professionisti erano uomini en travesti, ossia con travestimento da donna. Così nel 1681 si esibisce per la prima volta Mademoiselle De Lafontaine, che per la sua grazia ed eleganza e per il suo virtuosismo in scena venne soprannominata la regina della danza.
Sempre nel periodo a cavallo fra 600 e 700, in particolare con l'espansione della corrente illuministica negli ambienti culturali, nella danza accadono due cose differenti: da un lato vi è un tentativo di ricongiungersi con la natura quindi di fare in modo che i tecnicismi apparissero comunque come movimenti quanto più naturali possibili, dall'altro lato però la ricerca del perfezionamento delle tecniche di ballo invitavano i coreografi e les maîtres ballet a prendere come esempio le sculture di arte classica per rendere sempre più perfetti i movimenti dei danzatori in scena. A poco a poco si cominciò ad eliminare tutta l'artificiosità dalla messa in scena del balletto e si modificarono completamente i costumi indossati dai ballerini: insomma inizia nel '700 una vera e propria rivoluzione della struttura del balletto, della messa in scena e dell'abbigliamento dei danzatori.
Nel 1735 fu fondata l'Accademia imperiale russa: la danza classica così travalicava i confini europei per approdare in Russia. Siamo ancora lontani da quelle che saranno le compagnie più prestigiose del balletto classico russo, cioè quella del Bolshoj e quella di Kirov, ma intanto abbiamo il primo approdo verso la danza accademica anche nella società russa.
Alla fine del '700 emergono nel panorama della danza classica due figure importantissime: Marie Camargo e Marie Sallé, che abbandonarono definitivamente le scarpe con il tacco e le gonne lunghe, preferendo, proprio in funzione del loro richiamarsi al classicismo, tuniche leggere simili a quelle greche.
Successivamente Jean-Georges Noverre eliminò definitivamente le parrucche pesanti ed estremamente elaborate dalla testa dei ballerini.
IL ROMANTICISMO
Nel 1823, Amalia Brugnoli introdusse in scena dei virtuosismi tecnici, come ad esempio qualche accenno di passo sulle punte.
Fu però nel 1832 Marie Taglioni la prima ballerina che danzò un'opera interamente sulle punte: quello spettacolo era La Sylphide, nel quale Maria Taglioni sostituì anche le tuniche e gli abiti, che per quanto leggeri risultavano comunque abbastanza abbastanza fastidiosi e ingombranti, con un tutù bianco appena sotto il ginocchio.
Inoltre, è proprio questo il periodo in cui cominciano a nascere i primi meravigliosi balletti classici, che ancora oggi amiamo andare a vedere a teatro in particolare il re di tutti i balletti romantici: Giselle (1841). Sempre di questo periodo è la felice collaborazione fra Marius Petipa e Tchaikovsky, che diede i natali ai tre grandi balletti romantici, che sono diventati ormai delle opere immortali: Il lago dei cigni (1877), Lo schiaccianoci (1892), e La bella addormentata (1890).
Il NOVECENTO
Nel 1909 a Parigi accadde che Sergej Pavlovič Djagilev fondò la compagnia dei Ballets Russes. Djagilev, impresario teatrale russo, è praticamente considerato un genio della coreografia e della danza classica. Infatti, fecero parte della sua compagnia i migliori giovani ballerini russi, quasi tutti provenienti dal Teatro Mariinskij; tra questi Anna Pavlova e Vaslav Nijinsky.
In questi primi decenni del Novecento cominciano ad essere presenti sulla scena internazionale i grandi coreografi che sono ricordati ancora oggi come ad esempio George Balanchine, che è considerato uno dei fra i più grandi danzatori e soprattutto coreografi del XX secolo e fondatore della tecnica del balletto classico negli Stati Uniti. Aprì la School of American Ballet poi divenuta la Ballet Society e successivamente il più che famoso New York City Ballet e negli anni '50 del '900 finalmente nascono anche le compagnie russe più blasonate ancora oggi ossia quella del Teatro di Kirov e quella del Teatro Bolshoj, che daranno i natali artistici ai grandi nomi della danza classica come Rudolf Nureyev e Mikhail Baryshnikov.
In questo fervente contesto novecentesco, la danza classica si arricchisce di metodi di studio e di tecniche importantissime che sono ancora oggi fondamentali per lo studio di qualunque ballerino professionista, come quelle di Agrippina Vaganova, utilizzata soprattutto nelle scuole di danza europee e russe, e quella del maestro Enrico Cecchetti, usata di più nei paesi anglosassoni e soprattutto in America, in quanto Cecchetti era stato il maestro anche di Balanchine.
Non è facile riassumere così tanti secoli di storia di quest'arte, che io amo con tutta me stessa, in così poche pagine, ma spero di essere riuscita a darti almeno un quadro generale per aiutarti a comprendere quanta storia e quanto lavoro c'è in ogni balletto.
Barbara Simona Gottardi